LE TECNOLOGIE DIDATTICHE NEL PASSATO E NEL PRESENTE


Inquadramento storico delle tecnologie del passato

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  1. Giulia Paparusso
     
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    Prima che sorgessero le scuole e le aule scolastiche gli insegnamenti più importanti per le nuove generazione erano impartiti dalla famiglia, attraverso una trasmissione diretta dei saperi. Nel 1300 nelle botteghe artigiane gli artigiani aiutavano i ragazzi ad apprendere un mestiere, il metodo usato era quello dell’imparare facendo. Dal 1500, per i più benestanti e ricchi, si passò ad un’istruzione ricevuta dal precettore che, ingaggiato dalla famiglia, accompagnava il singolo bambino nei diversi apprendimenti.
    Si può parlare di aula scolastica solamente a partire dal 1700 e di edificio scolastico vero e proprio dal 1800. Inizialmente venivano utilizzate aule del catechismo o comunque spazi trasformati in aule didattiche e non nati appositamente per tale scopo. Con il passare degli anni prima vennero convertiti gli edifici degli istituiti religiosi per creare delle scuole, solo dopo alcuni decenni le scuole sorsero come edifici autonomi.

    Nel primo quarto del 1800 nacque il “metodo mutuo”, caratterizzato dalla presenza di un monitore per molti alunni. Il maestro non insegnava a tutti i suoi alunni, ma trasmetteva le lezioni al gruppo degli alunni più capaci, ripetitori delle lezioni, che a loro volta comunicavano agli altri allievi, divisi in gruppi, quanto appreso.

    Tra 1700 e 1800 cominciò a diffondersi dall’Austria in tutta Europa il “metodo simultaneo”, cioè quel metodo che prevedeva la presenza di un insegnante per un gruppo di alunni. Ideato in Austria intorno al 1774, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 giunse in Lombardia e successivamente in altre aree geografiche italiane. La scuola di Metodo di Milano fu il mezzo di diffusione più immediato. Esso è anche chiamato ”metodo normale” e deve il suo nome al fatto di essere stabilito secondo una norma, una regola, che doveva essere standard per tutte le scuole che volessero adottarlo. Vi erano anche alcune precise norme di comportamento da dover rispettare in aula, sia per l’alunno sia per il docente.

    Per poter mettere in atto tale modalità di insegnamento servivano alcune tecnologie.
    Sicuramente un’aula predisposta per accogliere i ragazzi con banchi e sedie su cui potessero appoggiare i libri comuni, ulteriore tecnologie molto utile e innovativa. Essi dovevano restare per tutta la lezione nei loro banchi, seduti e rivolti al maestro. La lavagna rappresentava un altro strumento essenziale per mostrare gli insegnamenti impartiti all’intera classe e per svolgere esercizi comuni. I ragazzi usavano anche fogli di carta su cui scrivere e ricopiare gli scritti alla lavagna. Nell’Ottocento il mezzo più diffuso per la scrittura era il calamaio. I bambini erano anche solerti a ripetere ad alta voce le parole del maestro apprendendo così a memoria. Altro requisito essenziale per avere una “scuola simultanea” era l’affissione e l’utilizzo di cartelloni murari. Essi esprimevano i concetti spiegati in classe e aiutavano i ragazzi nell’apprendimento delle nozioni.
    Una precisazione che occorre fare è che l’avvio dell’aula scolastica non suppone anche quello della classe come la conosciamo noi, costituita cioè da alunni della stessa età. La stessa legge Casati del 1859, infatti, prevedeva l’inserimento degli alunni in classi uniformi non per età ma per grado di istruzione e di cultura. Inoltre, nella medesima aula potevano coesistere più classi. Solamente con il passare degli anni ci saranno gli alunni divisi per età.

    In pieno 1800 l’aula era così organizzata: il docente sedeva in cattedra, la quale era poggiata su una pedana rialzata, mentre i banchi degli alunni erano disposti in file ordinate rivolti al maestro. La similitudine è evidentemente con la disposizione delle sedie e del palco a teatro, oltre che con l’altare e le panche nelle chiese. La distanza dagli scolari dal professore era sottolineata anche dalla stessa disposizione. I cambiamenti non si verificheranno in tempi brevi, anche nel 1900 la distribuzione dello spazio non è cambiata.

    Prima dell’avvio di questo metodo era usato il salterio, il libro dei salmi, per insegnare ai bambini a leggere e scrivere. A quei tempi si leggeva il testo tutti insieme e così si imparava, ad un basso costo era così possibile ottenere un’istruzione di base.
    Con il metodo normale gradualmente furono introdotti dei libri di testo sempre più specializzati per l’insegnamento di base dei bambini. Alcuni maestri cominciarono anche a produrre testi e a pubblicarli per insegnare ai loro allievi. Successivamente, specialmente nel 1900, l’attenzione al libro di testo fu sempre maggiore: nel periodo Fascista fu istituito il libro unico comprendente anche gli insegnamenti legati al Duce e all’ideologia fascista. L’evoluzione è stata lenta ma si è poi giunti ai sussidiari, perciò testi accuratamente pensati per la trasmissione del sapere a misura di bambino, diffusi nella seconda metà del 1900.
    Il libro ultimamente subisce un mutamento con l’avvento degli e-book, visualizzabili anche tramite un tablet. L’e-book sostituisce il libro cartaceo nelle sue funzionalità, consente la visualizzazione di un file di testo (formato TXT) per la lettura da display, si possono evidenziare alcune frasi e inserire note. Il tablet può essere molto più che un sostituto del libro in quanto permette di accedere a internet, di utilizzare giochi interattivi, di usare molti software diversi oltre che fili multimediali.

    La lavagna ha attraversato un cambiamento significativo nel corso degli anni e dell’evoluzione delle tecniche didattiche. Alla sua nascita, tra ‘700 e ‘800, era una tavola nera di grafite su cui si poteva scrivere con l’utilizzo del gesso. Per ovviare all’inconveniente della polvere di gesso e per avvicinarsi di più alla scrittura su carta, sono nate più di recente lavagne di materiale plastico, al posta del gesso vi è un pennarello cancellabile. Sono sorte anche le lavagne a fogli mobili per non sporcare e per conservare il lavoro scritto.
    Per risolvere il problema delle figure non riproducibili sulla lavagna sono stati usati i cartelloni murari. Altro strumento da non trascurare sono i tabelloni murari. Inizialmente, tra 1700 e 1800, si trattava di cartelloni per la nomenclatura, perciò l’elenco dei nomi delle cose che i ragazzi usano come supporto per l’apprendimento degli stessi. I tabelloni poi cominciarono a rappresentare situazioni storiche, geografiche o come sono fatte le cose (ad esempio le parti degli oggetti). Successivamente si passò alle cartine geografiche e recentemente ai cartelloni fatti dagli stessi alunni, raffiguranti la ricerca svolta in gruppo con testo scritto, immagini e/o disegni.
    Più di recente nasce l’episcopio, dispositivo che permette di proiettare su un supporto fisico, quali ad esempio uno schermo di proiezione o un muro, l'immagine in presa diretta da supporti opachi: libri, fotografie, stampe, giornali.
    Si assiste all’entrata in scena anche del diaproiettore, dispositivo usato per la proiezione di diapositive, montate su telaietti e sistemate in appositi caricatori, lineari o circolari; è provvisto di comandi (o anche di telecomandi) per l’avanzamento delle diapositive.
    Altra tecnologia che vediamo apparire è la lavagna luminosa cioè un proiettore diascopico, utilizzabile per ingrandire in modo lineare i segni-grafici, fotografici, scripto-visivi impressi su supporti trasparenti. La lavagna luminosa è costituita da elementi come la lampada e il riflettore, dispositivi specifici di raffreddamento della lampada (ventilatori a pale), il piano di lavoro (superficie di materiale plastico o di cristallo), la lente Fresnel, l’obiettivo e lo specchio riflettente.
    La grande rivoluzione tecnologica utilizzata a supporto della didattica è però rappresentata della lavagna interattiva luminosa (LIM) che collegata ad un computer e a un videoproiettore permette, attraverso il semplice tocco della mano che funziona come un mouse, di interagire con essa, di condurre una lezione, di avviare una presentazione elettronica.
    Le tecnologia per la didattica hanno attraversato un lungo periodo di sviluppo e ora siamo giunti a innovazioni davvero significative che potranno cambiare completamente la didattica scolastica.
     
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0 replies since 19/1/2012, 14:32   70 views
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